Il poliedrico chitarrista piemontese pubblica con Banksville il nuovo album all'insegna del crossover tra generi: jazz, funk, fusion, swing con un ampio gruppo di musicisti e atmosfere eleganti e briose
PAOLO SALA
Semplice-Mente
9 tracce, 42.58 min.
(Banksville Records, 2024)
«Semplice-mente non esisterebbe senza lo studio della musica classica e del jazz. Per la concezione di questo nuovo album si è reso necessario uno studio rigoroso dell’improvvisazione jazz e limitrofi, ecco spiegato il grande intervallo di tempo dal primo. Immediatezza mascherata da apparente semplicità è il fulcro. Non esiste cosa più difficile che creare una linea melodica perfetta, ovvero non modificabile se non a discapito della medesima. Questa è l’idea di fondo della ricerca contenuta nei brani. Ci sono riuscito? Non sta più a me giudicarlo. Io ho dato il massimo».
Sono le parole di Paolo Sala, il chitarrista vercellese che a quasi dieci anni dal suo esordio Solitude torna con Semplice-Mente, un secondo disco effervescente, brioso ed elegante, pubblicato da Banksville Records. Nove tracce scritte dal poliedrico musicista, da anni dedito allo studio della chitarra classica ma con grande sensibilità ed esperienza sia nel jazz che nel pop-rock. Le chiavi di volta dei nove pezzi composti in vari momenti e con intenzioni espressive differenti, sono due. La prima è la partecipazione di un ampio numero di musicisti, preparati ed esperti, che ha donato al lavoro una notevole varietà di atmosfere, stili, inflessioni, dal jazz-rock al funk. Interamente composto da Paolo, Semplice-Mente vede la partecipazione di Diego Marzi, Paolo Baltaro, Stefano Roncarolo, Fausto Massa, Gabriele Artuso, Fabio Decovich, Manuel Leccese, Filippo Montemurro, Diego e Samuel Cavallone e Simone Morandotti, che ha anche curato i missaggi.
Il secondo ingrediente saliente del disco è il percorso di studio che Paolo ha intrapreso da anni, un’esperienza di approfondimento del mondo classico che ha convissuto con una lunga pratica, anche dal vivo, in area pop. Tutto ciò è entrato con forza nello spirito dell'album: «Nello studio del repertorio classico ho compreso la differenza fra una via di fuga risolutiva nella creazione di un’idea e la difficoltà nel darle gli elementi di cui davvero necessita per essere autentica nel rappresentare chi la compone. Il pop invece mi ha insegnato principalmente ad arrangiare un brano. Fra le cose più complesse che ho vissuto musicalmente, vi è quella di trasformare in musica POP una idea, chi non ci è passato non può comprendere. In quell’ambiente ho imparato la professione: creazione di suoni, gestione dello spettacolo nel suo sviluppo, non ultimo il far parte di un suono che mette raramente al centro la chitarra, rendendo il suo operato complementare al tutto».
Paolo ha composto ogni singolo pezzo pensando alle peculiarità espressive dei musicisti. Questo ha reso Semplice-Mente un disco dalle mille influenze ma con un carattere preciso, una raccolta di inediti per gli amanti della musica di qualità che non cade mai nello scontato. E aggiunge: «Il segreto è riconoscere il proprio talento ed ammettere che in sé è poca cosa. Senza una enorme volontà di sacrificio il talento da solo non basta. Io ho capito di amare la buona musica, ovvero quella che mi sa emozionare, e che i “generi” per la mia persona rappresentano un limite alla felicità».
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