Dal nostro inviato:
Jazz Fest 2020, Roccella Jonica, 23 agosto
La terza serata del festival, sempre nella suggestiva cornice del Teatro al Castello, ha proposto due formazioni che rappresentavano generi differenti.
Rumba de Bodas è un gruppo di giovani bolognesi che propone una musica di confine che coniuga felicemente funk, ska, latin e altri generi in un mix riuscito e coinvolgente. Giovani attivi sin dal 2008, già al terzo disco, con al centro l’ottima voce e la presenza scenica della cantante Rachel Doe, due fiati, tastiere e ritmica, per una proposta divertente, all’insegna del disimpegno, condotta con professionalità ed entusiasmo, che in tempi normali avrebbe portato tutto l’uditorio a danzare.
Dopo diversi decenni Tony Esposito è tornato a Roccella con una produzione originale in prima assoluta che ha visto il noto percussionista affiancato dal fido tastierista Lino Pariota e da una formazione tutta jazzistica (Ameen Saleem, basso elettrico e contrabbasso; Luigi Di Nunzio, sax alto e soprano; Antonio Faraò, pianoforte). Sulla scena sin dalla metà degli anni Settanta, Esposito ha all’attivo una lunga sequenza di collaborazioni con i principali cantautori italiani, ma anche con grandi musicisti e jazzisti internazionali. L’incontro con Antonio Faraò, uno dei pianisti jazz italiani più noti all’estero, a Roccella ormai di casa (il direttore artistico Staiano ha giustamente ricordato il suo splendido concerto dell’anno passato con Dave Liebman, Bruce Ditmas, Saleem e il cinese Guo Gan) è riuscito perfettamente, non limitandosi al recupero di vecchie composizioni del leader, ma anche alla proposta di brani dello stesso Faraò e al classico Footprints di Wayne Shorter, con Saleem al contrabbasso, e all’omaggio, doveroso, all’amico Pino Daniele, con A me me piace ‘o blues e Napule è affidati alla voce di Pariota.
La presenza del pianista, protagonista di formidabili assolo, ha aggiunto un grande valore jazzistico al progetto, ma bisogna assolutamente citare anche l’ottimo apporto del giovane sassofonista napoletano Luigi Di Nunzio che, pur ancora giovane (nato nel 1991), ha già alle spalle anni di pregevole attività, avendo iniziato a calcare le scene sin da bambino, e ha dato ampia prova del suo talento solistico. Si sono anche riascoltati in chiave più vicina al jazz alcuni dei vecchi successi di Esposito del suo periodo commercialmente più fortunato risalente agli anni 80, tra cui il famosissimo Kalimba de Luna.
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