NoWords pubblica il nuovo album del pianista napoletano: una affascinante ‘third stream’ in una concept-suite ispirata ai luoghi magici del nostro Paese
LE CITTÀ INCANTATE
Mariano Bellopede
NoWords/SoundFly – distr. Self
(8 tracce – 34.41 min.)
«Le città incantate sono tutti quei borghi di cui l’Italia è piena. Piccole perle di storia e architettura, sparse qua e là in tutte le regioni della penisola. Nascosti tra colline, arroccati su montagne, tra fiumi, laghi, talvolta affacciati sul mare. Esposti a tramonti mozzafiato, svegliati da silenziose albe. Immutati da secoli, emblemi fedeli del Medioevo o del Rinascimento. Molti di questi borghi oggi sono quasi disabitati, alcuni addirittura abbandonati. Ma sono lì che aspettano e continuano a raccontare fedelmente la loro (la nostra) sconfinata storia. Negli ultimi anni ne ho visitati tanti, a volte per caso, talvolta spinto dalla ricerca di luoghi silenziosi e di riflessione. E sono stati quei silenzi, quei colori, quelle vedute che mi hanno portato a scrivere una concept-suite evocativa, dai mille colori e spunti emotivi. Una sorta di onirica soundtrack: lo spettatore si sentirà immerso tra i vicoli di questi borghi».
È nata così, dal rapimento per la bellezza di antichi borghi italiani, la visione di Mariano Bellopede, che ha dato vita al suo nuovo album Le città incantate, pubblicato da NoWords, la collana strumentale di Soundfly (distribuzione Self). Il compositore e pianista napoletano, artista di punta nella connessione tra linguaggi jazz e colti, è assai legato a questo nuovo lavoro, che era nato inizialmente come tesi di laurea in Composizione Jazz per il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, poi è diventato un album completo in forma di suite in otto parti. Ma ancor prima della tesi, galeotto fu un libro: «È un’idea che ho iniziato ad elaborare otto anni fa, quando lessi Le belle addormentate di Antonio Mocciola, un libro interamente dedicato ai borghi abbandonati della nostra penisola. Il mio sogno sarebbe quello di suonare la mia suite in tutti questi borghi per contribuire con la mia musica alla riscoperta e alla rivalutazione. Cosa che in parte già sta succedendo».
foto di Elisabetta Fernanda Cartiere |
foto di Elisabetta Fernanda Cartiere |
Cultore della Third Stream di Gunter Schuller, della connessione tra jazz e classica, amante delle opere di Dave Brubeck, Bruno Tommaso, Egberto Gismonti e Jan Garbarek, Mariano Bellopede ha realizzato la suite Le città incantate con straordinari musicisti (tra cui ospiti come Giulio Martino e Arcangelo Michele Caso), coinvolti per le registrazioni in un magico luogo di musica come l'Auditorium Novecento, la ex Phonotype Records nel centro storico di Napoli. Memore dell’equilibrio tra composizione e improvvisazione raggiunto tra le pareti di questa storica location, Bellopede ricorda: «Le melodie sono nate in maniera molto estemporanea, quasi di getto. Ho scritto ognuno di questi brani in pochissimi minuti ma tra uno e l’altro sono passati anche tanti giorni o mesi. Poi ho realizzato tutta l’orchestrazione e gli arrangiamenti (in qualche brano si arriva anche a sedici musicisti) e lì c’è stato bisogno, ovviamente, di un lavoro di scrittura più razionale. L’improvvisazione in senso stretto è anche presente in diversi brani, in quanto è chiara ed evidente l’influenza jazzistica».
Le città incantate è l’onirica colonna sonora di un viaggio immaginario, ispirata a paesi nascosti o disabitati, nutrita di suggestioni all’insegna del jazz colto e denso di riferimenti e risvolti: per questo motivo Mariano Bellopede la porterà dal vivo nei luoghi che lo hanno ispirato. Una sorta di romantica e grata restituzione con concerti «su vecchi binari dismessi, in chiese medioevali in fase di restauro, in piazze dove nei secoli scorsi gli artisti di strada montavano i loro “circhi improvvisati” o negli androni di un museo contadino».
Le città incantate:
1) Ouverture e passeggiata
2) Memorie (ricordi dal passato)
3) La festa (tra sacro e profano)
4) Teresa (la giovane ragazza del paese)
5) Ricordo del vecchio circo
6) Blues promenade verso il tramonto
7) il treno non passa più di qua (la vecchia stazione)
8) Epilogo al tramonto
Mariano Bellopede: pianoforte, composizioni, arrangiamenti e direzione musicale
Carmine Marigliano: flauto traverso
Davide Costagliola: contrabbasso
Roberto De Rosa: basso elettrico
Marco Fazzari: batteria e glockenspiel
Marco Sannini: tromba e flicorno
Vincenzo Vuolo: trombone
Alex Cerdà: basso tuba
Alessio Castaldi: sax alto e tenore
Giulio Martino: sax tenore in 6 e 7
Nicola Rando: sax baritono
Giuseppe Di Maio: clarinetto e clarinetto basso
Anna Rita Di Pace: violini
Arcangelo Michele Caso: viola e violoncello
Mariano Bellopede:
SoundFly:
Nessun commento:
Posta un commento