La morte, la malattia e la memoria nell'opera di Stefano Giannotti, undici musicisti tra avant-rock, musica da camera e canzone d'autore. Special guest Antonio Caggiano e Blaine L. Reinenger dei Tuxedomoon
Un saluto alle nuvole: il nuovo album di OTEME
UN SALUTO ALLE NUVOLE
OTEME
10 tracce | 57.22
Ma.Ra.Cash Records | Self Distribuzione
"A OTEME non interessavano l'aspetto socio-politico, nè quello ideologico, nè quello rituale e celebrativo della morte: ci interessava l'aspetto umano, della consapevolezza, di come chi lavora con la morte ogni giorno reagisce ad essa. Ho a che fare con quest'ultimo tema quotidianamente poiché mia moglie lavora come OSS all'Hospice di San Cataldo a Maggiano, il piccolo paese in provincia di Lucca reso celebre da Mario Tobino. Personalmente mi interessava anche essere il più esterno possibile, se mai sia possibile, e concentrarmi essenzialmente sui testi dei degenti, senza dare punti di vista marcatamente miei. In altre parole forse parlerei, accanto all'aspetto umano, di quello antropologico". Così Stefano Giannotti introduce uno dei temi più delicati e controversi, quello della morte, della malattia, della degenza, che sono alla base del nuovo album di OTEME - Osservatorio delle Terre Emerse intitolato Un saluto alle nuvole (Ma.Ra.Cash Records/Self. distribuzione). E' il quarto album dell'ensemble guidato dal compositore lucchese, deus ex machina di un collettivo tra i più originali in circolazione, multiforme progetto composto da undici musicisti che lascia dialogare materiali popolari e colti con un approccio narrativo che questa volta incontra un argomento che tocca ogni ascoltatore.
Un saluto alle nuvole non è un semplice disco, è un percorso partito nel 2012. Il primo passo fu il cortometraggio Un saluto alle nuvole, commissionato a Giannotti dall'Hospice di San Cataldo: fu un documentario sull'ambiente socio-sanitario dell'Hospice, dal Libro di Bordo alle interviste al personale, stimolato sui temi della morte, della memoria, della felicità, della consapevolezza. Nel 2018 OTEME aderì al bando dell'Associazione Culturale Dello Scompiglio di Vorno (LU) intitolato Della Morte e Del Morire, trasformando il video originale in un concerto teatrale, con un organico più ampio e una decisiva rivisitazione: "Ho creato una serie di canzoni basate su frasi estrapolate dalle interviste e dal Libro di Bordo, più alcuni brani strumentali; dalla colonna sonora del video ho ripreso solo alcuni pattern musicali, originariamente affidati all'arpa sola, il resto, l'80%, è tutto materiale nuovo. Per creare continuità con il video ho pensato di inserire l'audio delle frasi originali su cui si basano le canzoni, in modo da avere un confronto fra testi vecchi e nuovi".
Il risultato esce a distanza di un anno dal concerto ed è una delle operazioni più intriganti e peculiari degli ultimi tempi, per esiti compositivi e per intensità argomentativa, per spunti tematici e densità nei riferimenti: "De Andrè è stato un punto di riferimento importante. Ma direi anche il contrappunto cinquecentesco, la musica di Steve Reich, Bach, Battisti/Panella, Morton Feldman, Ornette Coleman... L'idea era quella di creare una canzone d'autore ibrida, moderna, che in alcuni casi sdrucciola su altri generi ed addirittura discipline diverse. Mi interessava anche il racconto, appunto, come forma antropologica, un'opera indefinita a metà fra radio sperimentale/documentario/canzone d'autore, musica da camera contemporanea...". Per l'occasione Giannotti ha potuto contare - inserendoli nelle ampie tessiture del suo vasto e mobile organico - su due ospiti straordinari, Antonio Caggiano al vibrafono e Blaine L. Reinenger dei Tuxedomoon al violino, un nome autorevole dalla scena classica contemporanea e uno dall'ambito opposto: "Con Antonio è nata una grande amicizia già dal 2012 quando ci coinvolse nell'inaugurazione dello SPE allo Scompiglio con un programma su Cage; lui è stato già ospite in Il corpo nel sogno e ha accettato con entusiasmo di partecipare anche a questo nuovo lavoro. Blaine è stato il fondatore di uno dei miei gruppi preferiti, i Tuxedomoon, mi è sempre piaciuto il suo modo di suonare, ha un grande cuore musicale e ho sempre pensato che il suo lavoro sia sottilmente collegato con la morte, magari in maniera indiretta".
Inevitabile provare a inquadrare quella anomala e sfuggente creatura che è OTEME, un ensemble a geometria variabile nel quale il parlato versificato, la narrazione ai confini del concept e la connessione tra diversi linguaggi musicali diventano centrali: "La filosofia che sta dietro OTEME è molto vicina a quella di John Cage e Frank Zappa, anche se suona totalmente diversa; ovvero creare musica contemporanea utilizzando materiale popolare assieme a musica colta, rumore assieme a suono determinato, performance e video assieme a letteratura. Una forma d'arte totale guidata dalla canzone. Noi utilizziamo gli stilemi della canzone d'autore e a volte del progressive, o meglio la modalità potrebbe somigliare al progressive, in realtà non sono lavori pensati come prog, ma come opere di musica contemporanea che impiega materiali popolari in contesti di musica contemporanea colta e sperimentale. Inoltre posso contare su di un gruppo di musicisti abbastanza ampio che si alterna da una produzione all'altra e ha così la possibilità di mandare avanti il lavoro. Un po' come Steve Reich and Musicians, o i Penguin Cafe Orchestra, dove c'è un nucleo abbastanza stabile e gli altri che ruotano attorno".
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