Giovedì 11 dicembre alla Chiesa di San Domenico una suggestiva e ambiziosa operazione musicale e culturale: la composizione di Toni Fidanza tra sacro e moderno, una produzione del Conservatorio Braga con il coinvolgimento di maestri e studenti
Giovedì 11 Dicembre 2025
ore 21:00
Chiesa di San Domenico
Corso Porta Romana
Teramo
PRIMA ASSOLUTA MESSA DEI POPOLI
composta e diretta da Toni Fidanza
per orchestra ritmico sinfonica, coro femminile, coro di voci bianche,
2 voci soliste, campane tibetane, cristalli, sitar e oud
ingresso libero
Giovedì 11 dicembre, nella Chiesa di S. Domenico a Teramo, si terrà la prima assoluta della Messa dei Popoli, composta e diretta da Toni Fidanza. Un appuntamento speciale con una produzione del Conservatorio “G. Braga” di Teramo, fortemente voluta dal Direttore, il Maestro Federico Paci, che vede protagonisti i Maestri dei diversi dipartimenti del Conservatorio, dal Dipartimento Jazz/Pop Rock al Dipartimento di archi, dal Dipartimento di fiati al Dipartimento di canto, ai cori diretti dal Maestro Paolo Speca (coro femminile) e dalla Prof.ssa Letizia Scaringella (coro voci bianche).
La Messa dei Popoli vuole rappresentare la diversità dei popoli, delle religioni, delle culture, il tutto riunito in una sola opera che attinge dal passato ma guarda al futuro. Una vera e propria sfida, dichiara il compositore Toni Fidanza, docente di ruolo di pianoforte jazz e Capo Dipartimento Jazz/ Pop Rock presso il Conservatorio Braga: «La proposta del maestro Federico Paci mi aveva lasciato perplesso perché per la prima volta mi si chiedeva di scrivere una Messa sacra che esprimesse, attraverso una "fusion" multistilistica, la multirazzialità. Non nascondo che alcune volte mi sono quasi pentito di aver accettato perché mi sono trovato ad affrontare uno sforzo compositivo che finora non avevo mai trattato, in considerazione anche del fatto che mi si è chiesto di scrivere una Messa con melodie cantabili ma non scontate. Ho dovuto scavare molto dentro di me per trovare l’ispirazione funzionale a una Messa sacra, vivendo una sorta di viaggio mistico spirituale e conducendo una vita pressochè ascetica ma molto arricchente. Non a caso la stesura della composizione, compresi gli arrangiamenti e la metrica dei testi, è durata circa un anno, un’operazione laboriosa grazie alla quale posso dire che per certi versi scrivere una Messa può rappresentare una pietra miliare per qualsiasi compositore».
La Messa dei Popoli ha delle peculiarità che sorprenderanno il pubblico, poichè contiene testi sacri in stile moderno, è eseguita con una orchestra sinfonica affiancata da una nutrita sezione ritmica e la produzione totalmente a cura del Conservatorio Braga che affianca Maestri e studenti, coinvolgendo anche un coro femminile e un coro di voci bianche. La composizione prende spunto dalle parti della Messa classica (Kyrie, Gloria etc.) con testi in latino ma è stata completamente riletta in chiave moderna, unendo strumenti classici, tradizionali e moderni: spazia dal classicheggiante Kyrie alla tribale pulsazione del tempo 5/4 del Gloria, dalla classica forma canzone americana dell’Alleluia ritmicamente basata però dalla bossa nova, all’Alleluia (strumentale) sotto forma di tango argentino, fino ad arrivare al Sanctus e all’Agnus Dei, nei quali risulta più evidente la commistione tra generi, melodie classicheggianti e talvolta modali che si intrecciano a ritmi ed armonie che si rifanno al prog-rock anni ‘70 e più velatamente al Jazz.
Un'operazione ambiziosa che rivela un'intenzione culturale e umanitaria di grande sensibilità, sottolinea Fidanza: «La Messa dei Popoli invoca la pace, promuove l’unione dei popoli, delle religioni, delle diverse culture, delle diverse etnie e tradizioni riunendole in una fusion musicale che dimostra come una commistione dei generi possa essere a tutto vantaggio della musica stessa. Allo stesso modo sono sicuro che la commistione tra le genti e le loro diverse culture possa essere il futuro di un mondo senza confini e senza eserciti. Tutto ciò testimonia come l’arte, e in questo caso la musica, possa raccogliere e veicolare la diversità dei popoli ma unendoli attraverso la sua capacità di esprimere e suscitare emozioni comuni che trascendono le differenze culturali, religiose e linguistiche, rendendola universale per la comunicazione emotiva».
I solisti dell’orchestra:
cantanti Alessia Martegiani, Simona Capozucco, Linda Valori;
Clarinetto e clarinetto basso Federico Paci;
Pianoforte Tatjana Vratonjic;
Sax Fabrizio Mandolini;
Fisarmonica Renzo Ruggieri;
Chitarra Andrea Molinari;
Batteria Davide Ciarallo;
Percussioni Niki Barulli;
Violoncello Alberto Casadei;
Campane tibetane e cristalli Fabio Bonomo;
Sitar e oud Gionni Di Clemente.

Nessun commento:
Posta un commento